Poesia rinascimentale dell'Europa occidentale
C'è qualche motivo per escludere l'immenso campo della poesia europea dall'intero patrimonio letterario del Rinascimento? Sì, c'è: è nella poesia che la grande rivoluzione della storia umana chiamata Rinascimento, o Rinascimento, ha trovato un'espressione particolarmente precoce e particolarmente completa. È attraverso la poesia che l'uomo nuovo che inizia a creare una nuova storia parla con la massima forza di se stesso e del suo tempo, trovando in essa un linguaggio per i suoi sentimenti. Non è un caso che nella culla delle nuove letterature, alla svolta dal Medioevo al Rinascimento, si trovino soprattutto i poeti: Dante e Petrarca in Italia, Villon in Francia, Chaucer in Inghilterra, Garcilaso de la Vega e Boscan in Spagna, Brant e Murner nella letteratura delle terre tedesche, Bornemisza in Ungheria. In tutti questi casi non si tratta di un semplice aumento dell'interesse per l'arte poetica, ma di un grande movimento generale, che si sviluppa in ogni paese a modo suo, ma che ha sia le sue interrelazioni interne sia le sue regolarità generali.
Parlando del Rinascimento come di un grande sconvolgimento storico, Engels, nella sua prefazione a La dialettica della natura, sottolinea che durante questo sconvolgimento si formarono in Europa le nazioni, nacquero le letterature nazionali e si forgiò un nuovo tipo di uomo. Quest'epoca "aveva bisogno di titani" — e "ha prodotto titani per potenza di pensiero, passione e carattere, ma anche per versatilità e apprendimento". La straordinaria versatilità del talento, il desiderio di esplorare creativamente il mondo in tutte le sue forme — nella scienza, nell'arte, nella politica — Engels considerava una caratteristica tipica degli uomini del Rinascimento: "Leonardo da Vinci non era solo un grande pittore, ma anche un grande matematico, meccanico e ingegnere… Albrecht Dürer è stato pittore, incisore, scultore, architetto… Lutero ripulì le stalle di Augean, non solo della Chiesa, ma anche della lingua tedesca, creò la prosa tedesca moderna e compose il testo e la melodia di quel corale fiducioso che divenne la 'Marsigliese' del XVI secolo".
È difficile trovare una figura culturale importante del Rinascimento che non abbia scritto poesie. Raffaello, Michelangelo e Leonardo da Vinci erano poeti di talento; Giordano Bruno, Tommaso Moro, Ulrich von Gutten ed Erasmo da Rotterdam scrivevano poesie. I principi di Francia impararono l'arte della poesia da Ronsard. I poemi sono stati composti da papi e principi italiani. Anche la stravagante avventuriera Maria Stuarda lasciò cadere leggiadri versi nel momento in cui si accomiatò dalla Francia dove aveva trascorso la sua adolescenza. I poeti lirici erano importanti romanzieri e drammaturghi. A quanto pare, il grande sconvolgimento aveva un suo ritmo, chiaramente colto da persone di talento e che batteva sulle loro pulsazioni. Nell'apparente caos degli eventi storici che sconvolgevano l'Europa — nelle guerre, nelle insurrezioni, nelle grandi campagne attraverso la tricità delle terre, nelle nuove e inedite scoperte — risuonava la "musica delle sfere", la voce della storia, che nelle epoche rivoluzionarie è sempre udibile da chi è in grado di ascoltarla. Questi nuovi ritmi di vita risuonarono con grande forza nella poesia che nacque nelle nuove lingue europee, che in molti casi trovarono le proprie leggi in relazione all'attività dei poeti.
Il punto importante e generale per tutta la poesia europea del Rinascimento fu la rottura con l'arte del canto e presto anche con l'accompagnamento musicale, senza il quale le liriche popolari del Medioevo, così come l'arte dei poeti cavalieri, dei trovatori e dei menestrelli, erano impensabili. A costo di coraggiosi sforzi riformatori, la poesia divenne un'area di creatività strettamente individuale, in cui una nuova personalità, nata nelle tempeste del Rinascimento, rivelava i suoi rapporti con gli altri uomini, con la società, con la natura. Le raccolte di poeti italiani del XIV e XV secolo sono ancora chiamate alla vecchia maniera: "Cantzonieri", ma le poesie vengono già stampate per essere recitate o lette ad alta voce, per amore di una tribù sempre più numerosa di amanti della poesia che dimenticano il mondo intero per un libro di poesie, come i giovani eroi della "Divina Commedia" Paolo e Francesca.