Il diritto canonico nell'Europa medievale
Nel Medioevo un posto speciale nel processo di formazione di una cultura giuridica europea comune fu occupato dal diritto canonico. Inizialmente è emersa come legge della Chiesa cristiana nel suo complesso, ma non è stata formalizzata immediatamente, bensì dopo un certo periodo di tempo. Dopo la scissione della Chiesa, emersero due rami separati del diritto canonico. In Europa occidentale e centrale, il diritto canonico si sviluppò sotto l'influenza della "rivoluzione papale" e divenne un sistema indipendente ed efficace di diritto medievale. Il ramo orientale del diritto canonico, sorto all'interno della Chiesa greco-ortodossa, era attivo a Bisanzio e in alcuni altri Paesi dell'Europa sud-orientale e orientale, ma non aveva la stessa autorità del diritto canonico in Occidente.
La grande importanza (specificità) delle norme di diritto canonico nel Medioevo fu determinata da una serie di fattori:
- Il diritto canonico è stato sviluppato e sostenuto dalla potente Chiesa cattolica romana e dal papato, che aveva un forte potere politico;
- Il diritto canonico si caratterizzava per la sua universalità ed extraterritorialità, in quanto le sue norme erano valide in tutti i Paesi che abbracciavano il cattolicesimo;
- Il diritto canonico si caratterizzava anche per l'ampiezza delle relazioni sociali che regolava (comprendeva questioni sia spirituali che secolari ed era vincolante sia per i chierici che per i laici);
- Il diritto canonico ha avuto un peso particolare per la sua natura tradizionale, in quanto affonda le sue radici nell'antichità, nella filosofia greca e nella cultura giuridica romana.
Il diritto canonico ha assorbito e trasmesso alle generazioni successive tutta una serie di norme del diritto romano, il suo linguaggio, che si riflette nella formula: "La Chiesa vive secondo il diritto romano".
Tra il VI e il X secolo si formò una dottrina teologica comune della Chiesa cristiana, un servizio comune, un insieme comune di norme sulla distinzione tra i peccati gravi (omicidio, violazione del giuramento, furto) e una disciplina ecclesiastica comune. In questo periodo i canoni (norme, regole, modelli) si identificano con i decreti dei concili e dei sinodi (assemblee di vescovi), con i decreti e le decisioni dei singoli vescovi e con le disposizioni penali della Bibbia. Le fonti del diritto canonico ("vecchio diritto") risalgono alla letteratura cristiana antica (Sacra Scrittura, Atti degli Apostoli, Lettere ai Romani, ecc.). Dopo l'editto dell'imperatore Costantino sulla libera confessione del cristianesimo (313), le regole del diritto ecclesiastico furono stabilite nelle leggi imperiali, negli scritti dei padri della Chiesa (Sant'Agostino e altri) e nei decreti dei concili ecclesiastici regionali ed ecumenici, che stabilirono una serie di dottrine cristiane fondamentali e di regole di vita della Chiesa. Il diritto canonico è stato sviluppato anche nelle decisioni dei papi, in seguito note come Decretali, che sono state raccolte in collezioni speciali. A metà del IX secolo, sotto l'apparenza di una raccolta di decreti dei primi papi, fu compilata una raccolta di decreti attribuita al vescovo spagnolo Isidoro di Siviglia. Le Decretali furono a lungo considerate autentiche e utilizzate come fonte di diritto canonico fino al XV secolo, quando persero la loro forza e divennero note come Decretali pseudo-isidoriane o false.