C’è chi arriva perché ha già un’idea. C’è chi non sa bene cosa potrebbe immaginare, ma intanto vuole scoprire gli strumenti a disposizione. C’è chi sa cosa vuole fare e come, ma vuole imparare a farlo al meglio. Quando si parla di progettazione europea, le storie sono tante – ed è molto probabile che si incrocino proprio in un corso di europrogettazione.
Scrivere un progetto europeo può infatti sembrare quasi impossibile per chi non l’ha mai fatto prima. La guida di alcuni esperti del settore è quindi fondamentale per sfruttare al meglio ogni call che, periodicamente, la Commissione Europea apre a chiunque voglia partecipare. Una breve introduzione sarà comunque utile per orientarsi meglio nel labirinto dell’europrogettazione. Quali trucchi possono far sì che il tuo progetto sia realmente efficace? Come valorizzare al meglio la tua idea? Cosa distingue un buon progetto da uno ottimo?
Le fonti
Un buon europrogettista deve essere in grado di muoversi in maniera smaliziata tra le fonti. È necessario avere ben chiara la struttura della Commissione Europea, soprattutto dal punto di vista amministrativo. Sarà utile infatti salvare i siti delle direzioni generali e delle agenzie esecutive e tenerli costantemente sotto controllo, così da essere sempre aggiornati sulle diverse opportunità di finanziamento in base ai diversi settori. Da non sottovalutare i profili social delle istituzioni: esistono appositamente per dare visibilità a quanto accade nei siti, incluse (soprattutto) le call. Sarà inoltre importante essere consapevoli dell’attualità, ovvero delle priorità della Commissione Europea, poiché i progetti presentati dovranno contribuire proprio al raggiungimento degli scopi della Commissione.
Le competenze
L’europrogettista è una figura recente: nasce alla fine degli anni Novanta alla Venice International University dove, nel 1998, si tenne per la prima volta un master in Europrogettazione. Cosa deve saper fare un europrogettista? Dopo essere stato in grado di costruire un proprio database con le principali fonti di interesse per il proprio settore, arriva il momento di mettere le mani in pasta. Si parte dall’idea: prima di qualsiasi altra caratteristica, è importante essere abbastanza visionari da immaginare il nostro progetto e, allo stesso tempo, abbastanza concreti da riuscire a metterlo su carta – e a farlo in maniera razionale. Che si tratti di un ente pubblico (statale o locale) o di un privato (aziende, associazioni, fondazioni), o di un semplice gruppo informale, sarà importante che l’addetto alla scrittura del progetto sia in grado di:
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gestire un budget e predisporre i fondi per le varie attività, in maniera logica e sistematica;
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informarsi continuamente, per essere sempre aggiornato sulle possibilità e opportunità che i vari bandi offrono;
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mantenere relazioni con i partner;
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sapersi muovere in un contesto internazionale (la conoscenza di una o più lingue straniere è particolarmente d’aiuto, tanto da essere diventata pressoché imprescindibile);
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scrivere bene. Il che ci porta dritti al terzo punto…