Stefano De Martino parla di tradimento e questo basta per sollevare ipotesi e indiscrezioni, si riferisce a qualcuno in particolare?
Una frase sussurrata in camerino, un orologio ancora spento e un “pacco nero” pieno di incognite: attorno a Stefano De Martino gira un indizio che fa discutere. “Non si può tradire…”, dice lui. Ma a chi è indirizzato davvero quel messaggio?

Intanto lo scenario è quello di un camerino quasi spoglio. «L’ho svuotato a giugno… tornerà a riempirsi puntata dopo puntata», confessa con quel sorriso da “tranquilli, ho un piano”. E di piani, a quanto pare, ce ne sono parecchi. C’è perfino un orologio per il conto alla rovescia, ancora spento. Non vi sembra una mossa da thriller? Lui spiega: servirà verso gennaio, quando fuori fa buio prestissimo e una sferzata di motivazione aiuta. Ma intanto quel tic tac mancato è un indizio che fa atmosfera. Coincidenza o teaser nascosto?
Sul palco, l’aria è da grande ritorno. «È come passare dal Cessna al Boeing» dice del suo primo anno alla guida del game di Rai1. Traduzione: tanti chilometri di esperienza e la tranquillità di chi sa di avere una rotta. Il menù? «Noi siamo una trattoria, non uno stellato»: famiglia, risate, “avanzi” che la sera sono pure più buoni.
“Non si può tradire…”: promessa ai fan o messaggio in codice?
Ed eccoci al cuore dello scoop. Nella lista dei “prossimi giri”, Stefano rivela che farà ancora Stasera tutto è possibile. Doveva fermarsi, dice. Poi la virata: «L’affetto delle persone mi ha fatto cambiare idea: in così tanti mi hanno chiesto di tornare che non si può tradire il pubblico». Boom.

Intanto lui si definisce un’ipotesi, non un’etichetta: teatro e tv che si incontrano, identità in movimento, libertà da custodire. Quando stacca, scappa a Londra a cambiare prospettiva, prende respirò in metro e torna in pista più lucido. Sulla carta d’identità c’è scritto “libero professionista”, ma ormai per tutti è “il conduttore di Rai1”. A lui piace la compagnia degli italiani a cena, quando saluta «Dal Teatro delle Vittorie in Roma» e sente di rivivere il sogno di bambino. E noi, che da casa apriamo i pacchi con lui, vogliamo davvero credere che quel patto non si spezzi.
Allora, fatto il giro degli indizi: orologio spento in attesa dei giorni duri, Boeing in quota, pacco nero che accende la serata, trattoria accogliente, pubblico come bussola. Tutto sembra portare lì, a quella mezza frase lasciata apposta con i puntini di sospensione: “Non si può tradire…”. Il seguito lo ha già svelato: “il pubblico”. Ma ammettetelo: i puntini fanno venire voglia di aggiungerci dell’altro, vero?