La finestra 2025 può salvare dall’inasprimento delle regole in arrivo con la manovra 2026. La cifra di 400 euro è indicativa e dipende dal profilo contributivo.
Andare in pensione entro dicembre 2025 potrebbe fare una differenza concreta sull’assegno mensile. Secondo quanto emerge da fonti ufficiali e dai primi orientamenti sulla manovra previdenziale 2026, dal prossimo anno si profila un irrigidimento dei requisiti e, in alcuni casi, un ricalcolo meno favorevole rispetto a chi riesce a uscire entro il 31 dicembre 2025. È in questo spazio temporale che si colloca l’ipotesi di “guadagnare” fino a circa 400 euro al mese: non un bonus automatico, bensì la penalità evitata o il peggioramento scongiurato al riparo delle regole attuali.

Dal 2026, la riforma in preparazione introduce requisiti più severi, con nuove condizioni di accesso e, a partire dal 2027, un aumento graduale dell’età pensionabile. Le platee che oggi rientrano in finestre o deroghe potrebbero trovare criteri più stringenti. Salvaguardie selettive potrebbero continuare ad accedere con requisiti più favorevoli rispetto allo scenario futuro. Inoltre, le uscite anticipate verrebbero preservate solo a determinate condizioni e con limiti più marcati.
Guadagno di 400 sulle pensioni: chi può beneficiarne
I 400 euro al mese non compaiono espressamente nei testi, ma sintetizzano l’ordine di grandezza della penalità che alcuni lavoratori eviterebbero centrando l’uscita entro il 2025. L’effetto combinato può derivare da tre fattori: evitare una decurtazione per anticipo rispetto ai nuovi parametri, preservare un coefficiente o un criterio di calcolo più favorevole, non subire l’allungamento di finestre che ritardano l’erogazione o comprimono l’importo iniziale.

Lavoratori vicini ai requisiti maturandi nel 2025 che, slittando nel 2026, ricadrebbero nelle nuove regole più rigide. Profili con carriere non lineari (periodi di part-time, discontinuità, contributi figurativi) per cui una variazione delle condizioni di accesso o del meccanismo di calcolo incide sensibilmente sull’assegno. Addetti in mansioni gravose o usuranti che oggi dispongono di corsie dedicate e che potrebbero essere rimodulate dalla riforma. Chi è in bilico tra due canali di uscita mantiene l’accesso alla procedura più favorevole, evitando slittamenti o tagli.
Entro il 31 dicembre 2025 è la scadenza-chiave per maturare requisiti o finestra utile secondo le regole attuali. Dal 1° gennaio 2026 partono le nuove disposizioni. Dal 2027, l’aumento graduale dell’età pensionabile entra nel vivo. Fino al 31 dicembre 2028, per alcune categorie resterebbero in vigore requisiti più favorevoli.
Verificare l’estratto conto contributivo, simulare l’assegno con gli strumenti INPS, valutare riscatti e cumuli, fissare un appuntamento al patronato, considerare la fiscalità e tenere traccia degli aggiornamenti sono passi cruciali. L’indicazione di “guadagnare 400 euro” va dunque letta come la stima, plausibile ma non universale, della penalità evitata da chi riesce a cristallizzare i requisiti entro dicembre 2025.





