Mutui: il trucco legale per rinegoziare la rata in banca (senza costi)

La rinegoziazione del mutuo alle volte può diventare una necessità alla quale si ha difficile accesso: ecco come fare a riuscirci con un trucco, ovviamente legale.

Per molte famiglie italiane, la rata del mutuo è tornata a pesare sul bilancio mensile. Pochi sanno però che esiste un “trucco legale” previsto espressamente dalla normativa: la rinegoziazione del mutuo con la propria banca, senza costi per il cliente e senza bisogno di un nuovo atto notarile.

Stretta di mano
Mutui: il trucco legale per rinegoziare la rata in banca (senza costi) – corsidieuroprogettazione.it

È l’art. 120-quater del Testo Unico Bancario (TUB) a prevedere questa possibilità, stabilendo che il mutuatario può chiedere alla banca di rivedere alcune condizioni del contratto e che l’istituto deve rispondere entro 30 giorni. Non è un diritto all’accettazione, ma è un diritto ad essere ascoltati con serietà: la banca è tenuta a valutare in buona fede la proposta e a motivare il rifiuto.

La rinegoziazione può riguardare il tasso di interesse, con la possibilità di passaggio da variabile a fisso o viceversa, oppure la riduzione dello spread. È possibile anche modificare la durata residua del mutuo, allungandola per abbassare la rata, o accorciandola se si punta a ridurre gli interessi totali. Un’altra opzione è la variazione della periodicità delle rate (mensile, bimestrale, trimestrale), per adattare il flusso dei pagamenti alle esigenze del nucleo familiare.

Il cuore della rinegoziazione ex art. 120-quater TUB è l’assenza di costi a carico del cliente. Non si sostengono spese notarili, non servono nuove iscrizioni ipotecarie, non ci sono commissioni di estinzione o penali. Il tutto si traduce in un iter più agile rispetto alla sostituzione del mutuo, con un impatto immediato sulla rata se la proposta viene accettata.

Quanto si può risparmiare e come presentare la domanda

Il risparmio può essere sostanzioso. Secondo simulazioni di mercato, un aggiustamento del tasso o un allungamento mirato della durata può valere fino a circa 1.800 euro l’anno, a seconda del capitale residuo, del tasso applicato e degli anni mancanti. Esempio indicativo: su un residuo di 140.000 euro con 20 anni rimanenti, una riduzione del tasso di 0,70 punti percentuali può comportare una rata più bassa di 120-150 euro al mese. L’allungamento di 5 anni può tagliare ulteriormente la rata, pur aumentando il costo totale del finanziamento: un compromesso che molte famiglie considerano accettabile per riequilibrare il flusso di cassa.

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Quanto si può risparmiare e come presentare la domanda – corsidieuroprogettazione.it

Per presentare una richiesta di rinegoziazione, è necessario raccogliere alcuni dati fondamentali come il contratto di mutuo, il piano di ammortamento aggiornato, le ultime quietanze e, se disponibile, la documentazione sul reddito. È importante motivare con chiarezza l’obiettivo della riduzione della rata, indicando la leva preferita (riduzione del tasso, allungamento durata, cambio periodicità) e le ragioni (aumento dei tassi, calo reddito, riorganizzazione spese).

La domanda deve essere scritta e inviata via PEC o raccomandata A/R, con oggetto “Rinegoziazione ex art. 120-quater TUB”, chiedendo espressamente la risposta entro 30 giorni. In caso di proposte alternative da parte dell’istituto, è utile fare un calcolo comparativo; se la risposta è generica o elusiva, inviare un sollecito formale. In caso di diniego non motivato o comportamenti non trasparenti, è possibile presentare reclamo scritto e, se necessario, rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF).

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