In Sicilia nasce un dolce unico al mondo: un mix di cioccolato e carne di manzo che sfida ogni aspettativa. Vieni a scoprire questa specialità.
Nel Ragusano, sopravvive e si rinnova la tradizione dei Mpanatigghi: piccoli scrigni di pasta frolla ripieni di controfiletto di manzo, cioccolato e spezie, un retaggio della dominazione spagnola e della sapienza monastica.

In Sicilia la dolcezza ha mille forme, ma poche sanno sorprendere quanto le mpanatigghi, dolcetti che combinano carne di manzo e cioccolato in un abbinamento tanto inatteso quanto armonioso.
Modica è celebre per il suo cioccolato dalla consistenza granulosa, questa specialità è parte del patrimonio identitario al pari dei vicoli barocchi e delle cave scavate nella roccia. Se a primo impatto l’idea può far storcere il naso, basta un morso per capire che qui logica e tradizione vanno a braccetto.
Cosa sono le mpanatigghi il dolce siciliano che fa impazzire tutti
Le mpanatigghie (o mpanatigghi, a seconda delle grafie locali) sono dolci tipici della zona di Modica e della provincia di Ragusa, legati alla stagione quaresimale e alle grandi ricorrenze religiose, ma oggi disponibili tutto l’anno nelle pasticcerie.

Il loro nome rimanda allo spagnolo “empanada”: un guscio di pasta che racchiude un ripieno saporito. L’origine risale verosimilmente ai secoli della dominazione spagnola; intorno a queste mezzelune dorate aleggia la leggenda delle suore di clausura, che avrebbero ideato un modo ingegnoso per sostenere i predicatori in viaggio durante la Quaresima, mascherando la carne all’interno di una farcia dolce.
La struttura è semplice e perfetta: una pasta frolla morbida , capace di sigillare l’umidità del ripieno senza rompersi in cottura. Al cuore, un impasto che unisce controfiletto di manzo cotto e tritato finemente, cioccolato di Modica, mandorle, zucchero e un bouquet di spezie cannella e chiodi di garofano in primis che firma il profilo aromatico.
La carne viene rosolata e asciugata, poi amalgamata col cioccolato lavorato a bassa temperatura, così da preservarne il carattere granuloso e i profumi.
Si formano dischetti di frolla, si farcisce con piccole quenelle, si chiude a mezzaluna pizzicando i bordi, si incide una lieve fessura in superficie e si inforna fino a ottenere un colore dorato uniforme. Tradizione vuole che alcune versioni prevedano una spolverata leggera di zucchero, altre restano lucide e ambrate, lasciando parlare le note del cacao.

Il sorprendente equilibrio delle mpanatigghie sta nel gioco tra dolce e salato. La sapidità discreta e la struttura proteica della carne si integrano con la dolcezza dello zucchero e la rotondità delle mandorle; il cioccolato, non eccessivamente burroso, dona profondità, mentre le spezie stendono un velo caldo e balsamico.
Il risultato non è stucchevole: al palato la sensazione è piena ma misurata, con una persistenza speziata e un finale asciutto. Da gustare tiepide o a temperatura ambiente, si abbinano bene a un caffè amaro, a un passito del territorio, a un Moscato di Noto o a un bicchiere di Marsala secco, che ne esalta la componente speziata.
Oltre che nelle botteghe storiche, le mpanatigghie si trovano in varie pasticcerie del Ragusano. Un buon indizio di qualità è la frolla sottile ma non fragile, un profumo netto di cioccolato e spezie senza eccessi di vaniglia, una farcia fine e omogenea, mai grumosa, in cui la carne non sovrasta ma sostiene.