Alcuni tra i percettori dell’Assegno Unico Universale hanno diritto a degli arretrati: quando arrivano e come fare a sapere se si rientra tra i fortunati.
Dopo i forti rialzi osservati tra il 2023 e il 2024, il 2026 si preannuncia come un anno di adeguamenti più moderati per l’Assegno unico e universale (AUU). In base alle proiezioni del Documento programmatico di finanza pubblica, per il 2025 l’inflazione di riferimento è fissata all’1,6%: questo parametro verrà utilizzato per aggiornare sia gli importi dell’assegno sia le soglie ISEE corrispondenti nel 2026.
L’Assegno unico e universale è il sostegno economico riconosciuto alle famiglie con figli a carico. È definito “unico” perché ha accorpato e semplificato diversi precedenti strumenti a favore della natalità, ed è “universale” perché spetta, in misura minima, a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia massima.
Spetta per ogni figlio minorenne a carico; per i nuovi nati la decorrenza è dal settimo mese di gravidanza; per ciascun figlio maggiorenne fino ai 21 anni che frequenti un percorso scolastico o universitario, svolga un tirocinio o un’attività lavorativa con redditi entro 8.000 euro annui, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro, oppure svolga il servizio civile universale; per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
L’importo varia in base all’ISEE, all’età e al numero dei figli, nonché all’eventuale presenza di disabilità. Con gli adeguamenti 2026, il valore base per figlio si muoverà all’interno di una forbice che, secondo gli esempi riportati dalla stampa, va da 204,4 euro per ISEE fino a 17.520,19 euro a 58,5 euro per ISEE oltre 46.720,53 euro.
Alcuni scaglioni intermedi indicativi: per ISEE compreso tra 21.725,06 e 21.841,84 euro, l’importo è pari a 182,8 euro; per ISEE tra 26.163,51 e 26.280,30 euro, l’importo è di 160,6 euro. Le maggiorazioni 2026 registrano piccoli ritocchi: per i figli non autosufficienti l’incremento arriva a 122,7 euro, per la disabilità grave a 111 euro e per la disabilità media a 99,4 euro.
Alle madri con meno di 21 anni spetta una maggiorazione di 23,4 euro. Per i figli successivi al secondo è prevista un’integrazione variabile in base all’ISEE: per le famiglie con ISEE più basso l’importo aggiuntivo è di 99,4 euro, che decresce fino a 17,5 euro nelle fasce ISEE più alte. È confermato anche il bonus per il secondo percettore di reddito, pari a 35 euro al livello ISEE minimo, con riduzione progressiva per gli scaglioni superiori.
Per ottenere l’importo corretto in base alla propria situazione economica 2026, non è necessario presentare una nuova domanda se quella precedente è attiva e non decaduta; è però indispensabile aggiornare l’ISEE presentando la DSU 2026 entro il 30 giugno, così che la prestazione sia correttamente calcolata sulle soglie dell’anno.
Gli arretrati non spettano indistintamente a tutti, ma solo a chi matura differenze economiche tra quanto già erogato e quanto dovuto dopo gli aggiornamenti. Nel 2026 si profilano tre casi tipici: arretrati per l’adeguamento di gennaio 2026, poiché gli aumenti scattano da febbraio, la differenza relativa alla mensilità di gennaio 2026 sarà liquidata a partire dalla mensilità di marzo 2026.
Questo conguaglio spetta a tutti i beneficiari in pagamento a gennaio 2026 che hanno diritto all’assegno per quel mese; arretrati per ricalcolo ISEE 2026, chi presenta la DSU entro il 30 giugno 2026 e si colloca in una fascia ISEE che dà diritto a importi più elevati rispetto a quelli provvisori applicati, vedrà riconosciuta la differenza con conguagli sulle mensilità successive. In genere, il ricalcolo decorre dalle mensilità di competenza di marzo; eventuali differenze verranno accreditate con i pagamenti successivi, una volta conclusi i controlli.
Se la DSU viene presentata oltre il 30 giugno, il nuovo importo si applica in via prospettica dal mese successivo senza arretrati; arretrati per variazioni del nucleo o delle condizioni: nascite (con decorrenza dal settimo mese di gravidanza), nuovi riconoscimenti di disabilità o variazioni che danno diritto a maggiorazioni possono generare arretrati se il diritto è sorto in mesi precedenti ed è stato comunicato successivamente, nei limiti e secondo le finestre temporali previste dall’INPS. In questi casi, una volta aggiornata la domanda e conclusa l’istruttoria, le differenze sono corrisposte con il primo pagamento utile.
Non maturano arretrati per chi non ha diritto all’assegno nel mese considerato, per le domande decadute, revocate o respinte, né per chi non aggiorna l’ISEE quando necessario ai fini del ricalcolo retroattivo. Per la tempistica, gli aumenti entreranno in pagamento da febbraio 2026; i conguagli del solo mese di gennaio saranno erogati a partire da marzo 2026.
Gli ulteriori arretrati derivanti da ricalcoli ISEE o da variazioni saranno liquidati con i pagamenti successivi, dopo l’elaborazione da parte dell’INPS e l’esito delle verifiche documentali. Presentare la DSU entro il 30 giugno e comunicare tempestivamente ogni variazione resta la via più sicura per non perdere eventuali arretrati spettanti.
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