Errore comune: gli scontrini non vanno gettati nella carta! Scopri come smaltirli correttamente per evitare multe pesanti.
Un gesto frettoloso, mille volte ripetuto: si svuota la tasca o la borsa, si raccoglie il mazzo di foglietti accumulati durante la giornata e via, tutto nel contenitore della carta. Dentro ci finisce anche lo scontrino fiscale, apparentemente “carta come le altre”.
Peccato che quel piccolo rettangolo stampato alla cassa non sia affatto carta come un giornale o un quaderno: è carta termica, trattata con sostanze chimiche che la rendono inadatta al riciclo. Metterla nel bidone sbagliato compromette la qualità della raccolta differenziata e, dove i controlli sono serrati, può valere una sanzione amministrativa.
Gli scontrini fiscali sono stampati su carta termica, un supporto rivestito con composti che reagiscono al calore del registratore per far comparire testi e importi. Storicamente si è fatto largo uso di bisfenolo A (BPA), oggi limitato, e di sostanze alternative come il bisfenolo S (BPS) o altri sviluppatori termici. Anche quando i produttori dichiarano formulazioni “senza BPA”, il risultato non cambia per il cittadino: lo scontrino resta un rifiuto non idoneo al riciclo della carta.
Il motivo è tecnico e industriale. Nei cartieri, la presenza di carta termica in mezzo alle fibre cellulosiche “pulite” può contaminare gli impasti, peggiorare la resa del riciclo e, in alcuni casi, vanificare interi lotti. La qualità del macero è tutto: introdurre materiali errati significa ottenere carta riciclata meno resistente, meno omogenea e soprattutto non idonea a certi utilizzi sensibili, come packaging alimentare o quaderni destinati alle scuole.
Le linee guida dei consorzi e dei Comuni convergono: gli scontrini fiscali vanno conferiti nel secco residuo/indifferenziato.
In molte città i controlli sul corretto conferimento, specie nelle raccolte porta a porta, prevedono verifiche dei sacchi e dei bidoni condominiali; la presenza ripetuta di frazioni sbagliate può comportare sanzioni che, a seconda dei regolamenti locali, possono arrivare anche a qualche centinaio di euro. Non è solo una questione di rigore: lo smaltimento scorretto fa lievitare i costi del servizio e ne riduce l’efficienza per tutti.
Oltre agli scontrini, ci sono altri materiali che spesso vengono erroneamente inseriti nella raccolta della carta. La carta forno, trattata con siliconi antiaderenti, i fazzoletti e tovaglioli sporchi, se contaminati da cibo, oli o muco, le ricevute e tagliandi termici (parcheggi, sportelli ATM, lotterie), la carta plastificata, etichette con colla tenace, buste con finestrelle in plastica non separabili, e i bicchieri per bevande “di carta”, spesso rivestiti internamente da un film plastico, sono tutti da conferire nell’indifferenziato.
Per evitare errori, è fondamentale verificare sempre le regole del proprio Comune riguardo la raccolta differenziata. Un singolo scontrino nel sacco della carta non manda in crisi l’impianto, ma migliaia di conferimenti errati ogni giorno sì. Per questo i sistemi di selezione cercano di espellere i termici prima dell’avvio a cartiera, con costi e scarti aggiuntivi che paghiamo tutti in bolletta. Riconoscere e separare correttamente i materiali è un atto di responsabilità quotidiana che incide davvero.
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