Restare al Sud e lavorare da remoto al Nord, adesso è possibile farlo approfittando anche di un bonus extra: come funziona e quali sono i requisiti richiesti per approfittare di questa possibilità.
Il Bonus Sud 2025 introduce uno sgravio contributivo del 25% fino a un massimo di 145 euro al mese per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato nelle PMI con sedi nel Mezzogiorno. L’agevolazione vale anche in smart working, purché il lavoratore sia formalmente in forza a un’unità operativa situata in una regione del Sud.
Restare al Sud, lavorare da remoto per realtà del Nord e, in più, agganciare uno sconto contributivo per l’azienda che assume. È lo scenario che si apre con il Bonus Sud 2025, misura che prova a coniugare attrazione di lavoro stabile e nuove modalità di prestazione, senza costringere i lavoratori a migrare.
Il meccanismo prevede una riduzione del 25% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fino a 145 euro mensili per lavoratore, all’interno di un perimetro chiaro: la PMI deve essere localizzata in una delle regioni del Mezzogiorno e il contratto dev’essere a tempo indeterminato di nuova attivazione.
Sgravio contributivo: riduzione del 25% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Tetto mensile: risparmio massimo di 145 euro per lavoratore. Durata e decrescenza: l’aliquota di sgravio è destinata a ridursi progressivamente negli anni, fino ad attestarsi al 15% entro il 2029. Platea territoriale: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. Contratti ammessi/esclusi: ammessi solo nuovi contratti a tempo indeterminato; esclusi i rapporti domestici e l’apprendistato.
Il punto decisivo per chi vuole vivere al Sud e lavorare anche per aziende con sede altrove è la collocazione formale del rapporto: il bonus si applica anche se la prestazione è resa in smart working, a condizione che il lavoratore risulti in forza a un’unità operativa ubicata in una regione del Sud. In altre parole, la distanza fisica non preclude l’incentivo, ma l’inquadramento organizzativo sì: serve che la PMI abbia una sede, filiale o unità produttiva nel Mezzogiorno a cui associare il contratto.
Se l’azienda del Nord possiede già un’unità operativa nel Sud ed è una PMI, può assumere a tempo indeterminato assegnando formalmente il lavoratore a quella unità e accedere allo sgravio. Se non la possiede, le strade praticabili sono l’apertura di una sede/ufficio nel Mezzogiorno o l’assunzione tramite una controllata/consociata PMI con sede nel Sud.
Senza un’unità meridionale, l’incentivo non è applicabile. Lo sgravio spetta al datore di lavoro, non è un bonus diretto in busta paga per il dipendente; tuttavia può tradursi in maggiore disponibilità dell’azienda a chiudere assunzioni stabili o a migliorare il pacchetto retributivo.
Verifica della sede: accertarsi che il datore di lavoro sia una PMI con unità operativa in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria o Sardegna. Offerta contrattuale: privilegiare una nuova assunzione a tempo indeterminato. Le trasformazioni da tempo determinato non rientrano nella formulazione base indicata; valutare con il consulente del lavoro eventuali casi particolari.
Assegnazione all’unità del Sud: richiedere che nel contratto e nelle comunicazioni obbligatorie il lavoratore sia formalmente in forza alla sede meridionale. Coordinamento paghe: l’azienda, tramite il proprio consulente, applica lo sgravio in contributi nei flussi contributivi e in busta paga lato datore, fino al tetto di 145 euro mensili per dipendente. Tracciabilità: conservare lettera di assunzione, indicazione dell’unità operativa e documenti che dimostrino la localizzazione della sede.
Beneficiano: PMI con unità nel Mezzogiorno che effettuano nuove assunzioni a tempo indeterminato, anche con prestazione resa da remoto. Esclusi: rapporti di lavoro domestico e apprendistato; imprese che non rientrano nella definizione di PMI; aziende prive di unità operativa nel Sud.
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