Sono diventate ufficiali le modifiche riguardanti la carta “Dedicata a te”: ecco cosa si può continuare a comprare e cosa invece non fa più parte della lista.
Al via in questi giorni le ricariche da 500 euro sulla Carta “Dedicata a te”, il sostegno statale destinato ai nuclei a basso reddito e distribuito tramite Poste Italiane. Mentre in molti comuni le carte sono già nelle mani dei beneficiari, nelle grandi città si registrano ancora ritardi e non tutti hanno ricevuto l’avviso di ritiro. Come nel 2023, la ricarica viene accreditata in automatico, ma per il 2025 il quadro delle regole sugli acquisti è stato aggiornato. È quindi importante chiarire cosa cambia e, soprattutto, quali prodotti non rientrano più tra quelli acquistabili con il plafond da 500 euro.
La Carta “Dedicata a te” è destinata a famiglie residenti in Italia, iscritte all’anagrafe e con ISEE fino a 15.000 euro, i cui componenti non beneficiano di altri sussidi statali. Non è necessaria alcuna domanda: l’individuazione dei beneficiari avviene d’ufficio tramite INPS e Comuni, che comunicano poi le modalità per il ritiro della prepagata presso l’ufficio postale più vicino.
La dotazione 2025 è unica e pari a 500 euro, da utilizzare interamente entro il 28 febbraio 2026. La carta non consente prelievi di contante e può essere usata solo nei punti vendita fisici convenzionati (supermercati e negozi alimentari). Non sono possibili acquisti online o su marketplace, né pagamenti di servizi.
L’elenco degli alimenti consentiti è definito dal Ministero nell’allegato 1 al decreto del 30 luglio 2025: si tratta di beni alimentari di prima necessità, tra cui rientrano, ad esempio, alcune tipologie di carne (suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole). L’impostazione è “a lista positiva”: tutto ciò che non è specificamente previsto come acquistabile non rientra nella spesa ammissibile.
La novità principale riguarda la puntualizzazione delle categorie di prodotti ammessi e l’esclusione di voci non considerate strettamente essenziali. L’obiettivo è indirizzare il budget verso alimenti di base, limitando gli utilizzi impropri. Questo significa che, accanto alle derrate alimentari di prima necessità, una serie di prodotti e servizi non potranno essere pagati con la carta. In cassa, i sistemi degli esercenti abilitati riconoscono il paniere e bloccano i codici merce non conformi: in quel caso la transazione viene parzialmente o totalmente rifiutata.
Tra i prodotti esclusi dal paniere dei beni essenziali troviamo alcolici e superalcolici, tabacchi, farmaci, parafarmaci e integratori, prodotti per l’igiene personale e della casa, prodotti non alimentari in genere come abbigliamento, giocattoli, libri, cancelleria, elettronica e piccoli elettrodomestici, alimenti e articoli per animali, servizi di ristorazione e consegna a domicilio, carte regalo, buoni spesa, ricariche e servizi, carburanti e titoli di viaggio, acquisti online, e prelievi e trasferimenti di denaro.
Rientrano nel perimetro di spesa i beni alimentari di base indicati nel decreto ministeriale: si tratta, in via generale, di alimenti destinati al consumo domestico quotidiano. Oltre alle carni previste nell’allegato, l’indirizzo è orientato verso prodotti come pane e derivati da forno, pasta, riso, farine, legumi, latte e uova, ortaggi e frutta, olio e conserve, alimenti per l’infanzia. In caso di dubbi, è fondamentale verificare in negozio: gli esercenti convenzionati sono in grado di confermare se un articolo rientra o meno nel paniere acquistabile con la Carta.
Per evitare problemi alla cassa, è consigliabile presentare la Carta al POS come una normale prepagata, tenere separati nel carrello i prodotti alimentari essenziali da eventuali altri acquisti, controllare lo scontrino per eventuali righe rifiutate per “merce non ammessa” e chiedere lo storno dell’articolo escluso, e conservare ricevute e monitorare il saldo: la spesa residua deve essere utilizzata entro il 28 febbraio 2026, senza possibilità di riaccredito oltre la scadenza.
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